Lo squalo bianco mangia in compagnia

Le rare immagini del più grande predatore marino che mangia una balena e divide tranquillamente il pasto con i "colleghi”. Uno squalo bianco azzanna un morso di una balenottera di Bryde a False Bay, in Sudafrica.

La carcassa della balena è stata metodicamente divorata da oltre 30 squali bianchi, ma senza quella frenesia alimentare che si verifica a volte, dichiara Alison Kock del Save Our Seas Shark Centre.


"È straordinario vedere così tanti squali e così poca aggressività”, dice Kock, che ha trascorso nove giorni in mare osservando i pesci ripulire la carcassa. "Con talmente tanto cibo a disposizione, non c'era bisogno di entrare in competizione”. 


Due squali bianchi pasteggiano tranquillamente fianco a fianco sulla carcassa di balena. "Abbiamo visto anche quattro squali mangiare assieme”, dice Kock di Save Our Seas.


Uno squalo bianco azzanna con cautela un pezzetto di ultracalorico blubber (uno spesso strato di grasso vascolarizzato sottocutaneo, presente nei cetacei, nei pinnipedi e nei sirenii; il blubber rappresentava una delle maggiori ragioni per la caccia alla balena), prima di fare man bassa.


Lo squalo bianco più grande - uno lungo oltre 4 metri - si è avvicinato per primo per azzannare le parti migliori della balena morta. Gli squali più piccoli hanno aspettato il proprio turno per giorni, ma c'era ancora molto da mangiare, racconta Kock. "Alcuni sono arrivati piuttosto smilzi e sono andati via con la pancia gonfia”.


La balena morta, che avrebbe provocato un rischio sanitario se fosse finita su una spiaggia affollata, è stata rimorchiata fino a un'area di alimentazione così che gli squali finissero di ripulirla, dice Kock. 

Fotografie di Barcroft/Fame Pictures


Adi Nes

Adi Nes è nato nel 1966 ed è cresciuto a Kiryat Gat, Israele. Attualmente vive e lavora a Tel Aviv. Si è diplomato al Dipartimento di Fotografia della Bezalel Academy of Arts and Design, Gerusalemme (1992). Dopo aver completato i suoi studi ha presentato diverse mostre personali in Israele, negli Stati Uniti e in Europa, e ha partecipato a molte mostre collettive in Israele, a New York, Londra, Berlino, Parigi, Amsterdam, Vienna, San Francisco, Chicago, Montreal, Sud America ecc. Le sue serie di opere più conosciute sono: Soldiers, creata tra il 1994 e il 2000, Boys, esposta come parte del Gottesdiener Prize al Tel Aviv Museum of Art (2001), Prisoners (2003), che è stata prima pubblicata sulla celebre rivista internazionale di moda Vogue e in seguito esposta al Tel Aviv Museum of Art come parte del Constantiner Prize e al San Francisco Museum of Fine Art; Biblical Stories (2003-2006), presentata inizialmente alla Jack Shainman Gallery di New York, quindi al Tel Aviv Museum of Art (2007). Per il suo lavoro Adi Nes ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali: premio del Ministero dell’Educazione, Cultura e Sport di Israele (1999); The Nathan Gottesdiener Foundation Israeli Art Prize (2001); dal 2005 artista selezionato dall’Israeli Cultural Excellence Foundation. Le sue opere sono raccolte in omlte gallerie private e istituzioni museali.
L'artista, ha inaugurato di recente una sua mostra personale all'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma che presenta una selezione di fotografie in grande formato, ispirate all’iconografia cristiana dell’arte rinascimentale e barocca, tratte dalle sue più celebri serie: Soldiers (1994-2000), Boys (2000), Biblical Stories (2003-2006). In una serie di fotografie costruite artificialmente, grazie ad un complesso lavoro di messa in scena e all’uso di luci cinematografiche, e attraverso l’evocazione di storie e personaggi biblici dell’eroico passato del popolo ebraico, Adi Nes elabora una rappresentazione critica e dolorosamente concreta dell’identità e dell’esistenza della società israeliana contemporanea

Adi Nes - Last supper

Adi Nes - Abraham and Isaac


La caccia al tesoro

Chi guarda questa foto ha negli occhi la bellezza. All'inizio di Settembre, presso Réunion, nell'Oceano Indiano, un fotografo giocoso con un sguardo verso il cielo ha scattato otto immagini e composto la foto qui sotto. Il fisheye mostra tutto ciò che è osservabile sopra l'orizzonte. Una caratteristica notevole dell'immagine è che il suo centro contiene il centro della nostra Via Lattea. La foto può anche essere una caccia al tesoro. Riesci a trovare: 
- La tenda utilizzata dal fotografo 
- Il pendio di un vulcano attivo (Piton de la Fournaise) 
- Le luci della vicina città (San Filippo)